nike air force pas cher ralph lauren pas cher nike air huarache pas cher hollister pas cher nike cortez pas cher polo ralph lauren pas cher nike air force 1 pas cher oakley pas cher nike huarache pas cher belstaff france nike cortez ralph lauren pas cher mbt chaussures

 Congelamento degli ovociti con vitrificazione: strategia vincente
 

La crioconservazione degli ovociti umani è ritenuta una procedura di grande interesse ed utilità nell’ambito della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Le applicazioni principali sono definibili all’interno di due maggiori gruppi:

  • supporto ai programmi di fecondazione in vitro, qualora:
  1. il numero di ovociti a disposizione sia superiore a quello strettamente necessario ad ottenere un numero di embrioni idoneo per la paziente in accordo con la normativa vigente (Legge 40/2004 e Sentenza Corte Costituzionale n°151/2009);
  2. per motivi non prevedibili, i gameti maschili non siano disponibili il giorno della inseminazione;
  3. la paziente sottoposta al prelievo ovocitario presenti un elevato rischio di sviluppare la sindrome da iperstimolazione ovarica;
  4. si siano create condizioni per cui la paziente ritiri per volontà o per necessità il consenso all’inseminazione;
  • preservazione della fertilità in pazienti che debbano sottoporsi a trattamenti gonadotossici come chemioterapia o radioterapia e in cui sia possibile effettuare una induzione della multi-ovulazione con recupero di ovociti.

È noto, tuttavia, che l’ovocita è molto sensibile alle alterazioni di temperatura e che il congelamento può significativamente ridurne il potenziale di sviluppo fino a causare la lisi cellulare. I principali fattori di rischio per la sopravvivenza ovocitaria sono la formazione di ghiaccio intracellulare, che può danneggiare gli organelli e le membrane, e l’effetto soluzione dovuto all’aumento di concentrazione di soluti intracellulari conseguente alla solidificazione dell’acqua. La criobiologia negli ultimi venti anni ha raggiunto buoni risultati riuscendo a controllare i fenomeni fisico-chimici potenzialmente letali per le cellule uovo.

L’approccio storicamente più utilizzato è stato quello del “congelamento lento” in cui l’ovocita e l’ambiente circostante sono tenuti in “equilibrio” fino ad ottenere la solidificazione della soluzione crioprotettrice e la disidratazione cellulare con il progressivo e programmato raffreddamento del sistema (-0.3°C/min). Questa metodologia ha permesso un recente e notevole miglioramento dei risultati, attraverso l’ottimizzazione delle soluzioni crioprotettrici.

Contemporaneamente ha avuto considerevole sviluppo la tecnica della vitrificazione che, pur condividendo con la precedente la fase finale di conservazione degli ovociti in azoto liquido senza formazione di ghiaccio intracellulare, sfrutta principi fisici completamente diversi. Si tratta di una metodica in cui il raffreddamento avviene in modo estremamente rapido (-30.000 °C/min) sfruttando due aspetti chiave: l’immersione diretta degli ovociti in azoto liquido e l’utilizzo di elevate concentrazioni di sostanze crioprotettrici in minimi volumi. La possibilità di applicare tassi di raffreddamento elevatissimi evita la solidificazione della soluzione attraverso la formazione di uno stato “semi-solido” in cui gli ovociti possono essere conservati in azoto liquido. L’efficienza della vitrificazione è aumentata con lo sviluppo di supporti per ovociti che, permettendo di criopreservare in volumi estremamente ridotti, ben al di sotto del microlitro, offrono rapidissime variazioni di temperatura. Esponendo direttamente la soluzione crioprotettrice all’azoto liquido in un sistema “aperto”, gli ovociti contenuti vitrificano in modo estremamente efficace evidenziando soddisfacenti risultati clinici ed una considerevole rapidità nella esecuzione della procedura. Per questi motivi la vitrificazione si è recentemente imposta all’attenzione della comunità scientifica con buoni risultati.

Risultati della criopreservazione degli ovociti presso il Centro Sterilità Regina Elena della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Via Manfredo Fanti 6, 20122 Milano

Utilizzo di ovociti vitrificati nell’anno 2013

  • numero pazienti = 107
  • Età media (anni) = 34
  • Tasso di sopravvivenza ovocitaria = 79,1%
  • Tasso di fecondazione = 74,5%
  • Numero di gravidanze = 45
  • Tasso di gravidanza per paziente = 42,1%

Utilizzo di embrioni vitrificati nell’anno 2013

  • numero pazienti = 160
  • Età media (anni) = 36
  • Tasso di sopravvivenza embrioni = 86,2%
  • Numero di gravidanze = 76
  • Tasso di gravidanza per paziente = 47,5%

I Commenti sono chiusi

Powered by Epicentro S.r.l.